mercoledì 30 ottobre 2013

Di palestra e di pallestra

Oggi sono tornato in palestra, dopo circa due mesi dall'iscrizione.
Una vergogna, lo so.

Fine agosto, promozione annuale per x euro (anzi, xxx ) massi dai andiamo scendiamo sti chiletti in più facciamolo adesso prima di Natale evvai eccecc.
Mi iscrivo, giorno uno arriva l'istruttore, un tipino tutto ingrippato per i muscoli che pensa che tutti siano ingrippati per i muscoli e mi fa' un discorsetto responsabilizzatore realistico parossistico lapalissiano :
"dobbiamo impegnarci (ndr dobbiamo?) però non credere che per Natale sei una statua eh?Ok?"

mmm.
Ma cosa credeva, che volessi essere messo nel presepe?

Comunqe, vabe.
Evvai ok adesso mi scasso due ore al giorno corsi pesi tappeto ecc ecc.

coff coff
eeeeetciù

Un mese e mezzo di condizioni precarie, tra tosse , raffreddore e muchi.
Sputazzati un po' ovunque, se non riuscivo a prenderli in tempo.
Ed i turni a lavoro, i corsi , l'università, la poca voglia.

Insomma , ho iniziato oggi.
tanto che quando sono andato lì la tipa mi ha guardato con il tipico sguardo di chi guarda uno che non ha mai visto. Un gran bel pezzo di gnocco, però mai visto.
Quindi la anticipo, dicendo che son già iscritto, ma che per motivi personali son tornato oggi.
Del resto son frasi inutili, già sanno tutto. basta che passi la scheda e leggono i giorni ed arririttura le ore in cui sei stato lì.
Un ottimo alibi, dovessi un giorno averne bisogno.

Comunque sembra che non basti iscriversi in palestra per perdere peso, tocca pure frequentarla.
E sembra pure che non basta frequentarla, bisogna lasciare il sudore sul tappeto.

In ogni caso , almeno la mattina, ci son solo vecchiarde e vecchiardi.
Nemmeno un po' di carne fresca che uno si rifà gli occhi mentre suda.
Però a quanto ho capito i vecchiacci fanno acchiappanza.

Mi son promesso di andarci anche domani, vediamo se mi regge.
Lo scrivo qui a mo' di impegno.

lunedì 28 ottobre 2013

Il mio accènto ed il corso di dizione

Da un mesetto ho iniziato un corso di dizione.
Non per perdere la cadenza napoletana - che tra l'altro molti confondono con la romana , gli anni passati lì devono avermi condizionato un po', con tutti quegli "ao' , dovevo , tocca da , che stai a dì  e soprattutto sti cazzi - quella non mi procura fastidio, anzi ne sono pure un pizzico orgoglioso. Ho scritto un periodo troppo lungo e sono rimasto fregato con la punteggiatura, più che un corso di dizione ne avrei bisogno di uno di scrittura,almeno per il blogghe.
In ogni caso, per chi riesce comunque a seguire il discorso, sto facendo sto corso, fondamentalmente per parlare più piano, o meno veloce , e con un tono leggermente più alto.
Dovete sapere che , quando non ci sto attento , piùomenoparlocosìequindinessunocapiscenienteemidice"eh?" emitoccaripeteretutto.

Insomma, prima lezione , ovviamente di presentazione. una ventina di persone circa , estrazione varia, professioni varie , un po' di patata ma niente di eccezionale.
Il maestro è un attore, cosa molto frequente in questo tipo di corsi.
Lo ascolti mentre parla, e noti subito la differenza con il resto del mondo. Ammetto che affascina quel modo di parlare tutto accentato giusto, ed infatti io che sono un fine osservatore ho già notato che il maestro ha almeno 5\6 fanse tra le donne che son presenti. Te ne accorgi subito anche dal fatto che ridono anche quando fa una battuta scadente. Ed io di battute scadenti me ne accorgo, come ben sapete.

La prima cosa che ti insegnano è a parlare con il diaframma.
Io pensavo fosse solo una specie di anticoncezionale, invece è un muscolo che ho scoperto di avere.
Si trova più o meno all'altezza degli addominali. Sinceramente è da un po' che non trovo nemmeno questi ultimi. La respirazione se vuoi parlare bene è fondamentale , altrimenti non serve a nulla imparare accenti , regole , tempi ecc ecc.

Il problema è che uno dovrebbe mettersi di impegno tutti i giorni, come ci è stato giustamente detto subito non basta un'ora e mezza a settimana per svoltare.
Stiamo parlando di un quarto d'ora al giorno, cazzarola , ma come è possibile che non riesco a trovare il tempo per farlo?
E' semplice, devo cercare la voglia di farlo, e non il tempo.
Quella del tempo , al massimo, è una scusa buona per la palestra.

E che cacchio.
Va beh.

Vi lascio con una chicca:
Le vocali non sono cinque!!!

Sconvolti? Perplessi? Delusi? indifferenti?





domenica 27 ottobre 2013

Una notte solare di passione

Oggi il Napoli ha giocato verso mezzogiorno, quindi ho avuto la possibilità di passare la seconda parte della giornata schiattato sul letto , smaltendo un po' della stanchezza accumulata in settimana.
E dire che già stanotte avevo riposato un bel po', visto che son andato a letto presto, verso le 22 , ed in più c'era l'ora solare. Ad un certo punto, prima di prendere sonno, mi è venuto il sussulto dell'insicurezza:
"Oddio, ma l'ora va messa avanti o indietro?"
Vedete, stamattina lavoravo, quindi non mi era indifferente se svegliarmi un'ora prima o dopo.
son andato su google a cercare, al volo.
Google aiuta gli ansiolitici a calmarsi, si prende le sue responsabilità.
"Eh, l'ho letto su google!"

Poi, il lampo.
Ma il telefono, visto che è un telefono di nuova generazione, dovrebbe fare tutto da solo.
...
sicurosicuro?
Ti sei mai svegliato, gli anni scorsi, ed hai controllato?
.....
........
Va beh, mettiamo così, al massimo mi sveglio un'ora prima.
ok?

Masssi, dai.

E mi sono svegliato verso le 24 , pensando che era proprio presto. Di solito vado a letto a quell'ora.
Poi di nuovo verso le 2 e 30 , ed ho notato che l'ora sul display era quella.
Poi credo di riessermi svegliato tipo dopo un'ora, visto che l'orario era lo stesso.
Ma non potrei giurare che sia successo davvero.
Poi alle 5 , ed ho pensato "che bello , posso dormire ancora un po'"
E poi alle sei.
9 ore di sonno, che non le facevo da un bel po'.

Scusate, forse il titolo vi ha tratto un po' in inganno, facendovi pensare ad un post dal contenuto decisamente diverso...

sabato 26 ottobre 2013

Il mio risotto all' avocado - Le ricette di Gegge

Ieri mi sentivo grande Chef ,  il sacro fuoco dei fornelli scorreva nelle mie vene, insomma volevo cucinare qualcosa di più complesso di un panino con mozzarella e prosciutto.
Avete capito che si scrive "prosciutto?" ...a me stà cosa fa' ancora un po' strano.

Comunque, qualche giorno fa' al supermercato comprammo un avocado.
In realtà fino ad ora l'avocado l'avevo mangiato solo nei maki, dal giapponese.
E quindi ho pensato di potermelo cucinare anche io.
Vado nel reparto verdure e cerco un avocado, peccato che io non sappia nemmeno come sia fatto.
Manco il colore.
Sono indeciso tra quello che poi scopro essere una papaja e questo coso verde, una specie di zucchina più tozza . Prendiamolo, và.


RISOTTO AVOCADO E PHILADELPHIA

Chiariamo subito una cosa: Non sono stato pagato dalla Kraft per fare un post pubblicitario.
Non cominciate a insinuare cose del genere, compensi milionari ecc.
E' tutto no profit.

Vi serve del riso, un avocado , la phil normale o se volete quella light così siete convinti che non ingrassate.Poi vi occorre un cuoco giapponese.
Siccome l'ultimo ingrediente non è di facile ed immediata reperibilità, vi consiglio di cercare su google o su youtube. Peccato che ci siano pochissime cose utili al nostro fine, in merito all'avocado. Anche su youtube i filmati non ci aiutano molto. Ho cercato anche su youporn ed ho trovato qualcosina , anche se non era l'impiego a cui mi riferivo io.
Niente, tocca fare da me.
Così, in questo campo poco battuto dalla rete, chi googla puo' trovarsi qui.
Ci metto anche un'altra tag: Avvelenare la famiglia.


Procedura:

Per prima cosa tagliate in due l'avocado. Come se faceste un equatore , o un meridiano di Greenwitch.
Una volta fatto ciò farete una scoperta incredibile

        S P O I L E R

all'interno dell'avocato c'è una specie di uovo, che pero' non è un uovo , visto che è rigido.
Toccatelo un po', vi farà strano.

Sullo sfondo il fazzoletto su cui mi sono soffiato il naso


F I N E S P O I L E R

Tagliate l'avocado a cubetti, assaggiatene un po' e rimanete delusi perchè non assomiglia per nulla al maki.
E' pure molle.
Allora prendete e decidete di centrifugare il tutto, mentre iniziate a far bollire il riso nella pentola , visto che ci vuole sempre tanto tempo, che una cena diviene colazione.

Mettete tutto in un frullino, aggiungendo un po' di latte per ammorbidire.






La mano è quella del Cagnaccio, io non indosso smalto rosso. Preferisco l'azzurro. 

Ovviamente nel frullino ci va pure la phil , state attenti a non farvi male e
vrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
vrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

Fatto?

(dopo aver scritto sta cosa mi sento come quello di art attack)

prendete la cosa che vi è venuta.
Assaggiatela.
Fa schifo o non sà di nulla?
Sprovate a spremerci dentro un po' di limone.



Poi scolate il riso e mettetelo ancora caldo nella salsa.
O forse è il contrario.



Ora il risultato dovrebbe essere una cosa tipo questa:

mmmmm Gnam Gnam........


Adesso lo mettete nel piatto ed....

et - voilà !!

...e poi splut splut!

Servire accompagnandolo con un paio di birre ghiacciate, che almeno vi ubriacate e non pensate al fatto che avete buttato dai 45 ai 55 minuti della vostra vita per un piatto che non sà di nulla, veramente orribile.

Una schifezza incredibile.
Dopo mi sono mangiato due mele verdi per aggiustarmi la bocca, come diciamo a Napoli.
Mai piùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùùù



mercoledì 23 ottobre 2013

Che pizza impastare l'Impasto della pasta delle pizze

Prima ho fatto la pasta per la pizza.
Me lo ha chiesto lei, visto che faceva tardi e non poteva occuparsene.
Ho provato a risolvere alla mia maniera , con un brillante ma poco incisivo : "Ma allora possiamo farla domani!"
Niente.
E pizza sia.

Mi ha spiegato velocemente come fare ,suggerendomi poi di controllare su di una specie di quaderno delle ricette, scritte di suo pugno, in cui però si contraddice diverse volte.
E' una capacità che solo le donne hanno.

Tutto questo per dirvi che adesso ho paura di controllare se sta crescendo, se il lievito stia facendo effetto.

confesso di avere anche mangiato un po' dell'impasto, così per assaggiare come veniva.
Mia madre, da piccolo, mi diceva di non farlo che poi ti cresce l'impasto nella pancia.
Beh, potrebbe essere un'ottima scusa per chi ti incontra e ti trova ingrassato.
"Eh, ma poi si sgonfia , sai!"

Ho preso tutti gli ingredienti , mettendoli sul piano.
A quel punto ho preso la farina, ecc ecc si vabbe' tutto il procedimento che trovate sui blog di cucina oppure su youtube, e mi sono inzozzato le mani con quella roba appiccicosa.
Questo non lo dicono nei tutorial.
E dieci minuti a mescolare, mischiare, girare , guardando il primo video su youtube che ho trovato.
Basterà?Boh?
Qui dice dieci minuti.
Intanto ho il braccio dolorante, che non sono abituato a fare tutto questo sforzo.
E dire che l'ho abituato ed allenato bene, per anni.
Insomma, ho messo un panno sopra ed adesso lo lascio lì, che sempre mia madre mi diceva che non devo togliere il panno altrimenti chissà per quale reazione chimica l'impasto di abbassa.
Mah.


Ho fatto dieci minuti.
Anche di più.
Stasera o domani poi vi posto la foto dell'impasto o direttamente della pizza, che sono soddisfazioni.
Sempre se cresce bene.

Altrimenti c'è l'egiziano dietro l'angolo che fà una margherita salsicce e peperoni echetelodicoafare.






domenica 20 ottobre 2013

Little brown thing award !! Un premio wow anche per me!!

Little brown thing Award

Ragazzi ho ricevuto anche io un premione! Ringrazio l'Associazione Stitici Italiani , che mi ha premiato con la seguente motivazione:


"Per aver stimolato il moto interiore di un processo naturalissimo , in persone che non riuscivano ad avviarlo \ ultimarlo , attraverso la semplice scrittura di parole, pensieri e concetti."





Che dire, sono commosso.
Diciamo che il blog non era nato proprio per questo, però le cose sono quello che diventano.
E quindi accetto con piacere il premio e tutta la trafila successiva. Ovvero:


Rispondi a queste dieci domande:

1)Ti capita mai di controllare quello che hai emesso?
2)Consumi tanta carta?
3)Il tuo tempo medio , da seduto ad alzato?
4)Quando sei costretto a farla in qualche locale pubblico, usi qualche tecnica particolare?
5)L'hai mai fatta Viola?
6)Se un giorno un coprografo te lo proponesse , gli venderesti il tuo prodotto?
7) Ed a quanto all'etto?
8)Ti è mai capitato che per il Principio di Archimede un corpo immerso in un liquido ti facesse bagnare le chiappe?
9)C'è qualche alimento che appeno lo mangi sbatabam?
10)Resti ancora stupito quando ci trovi del mais, pur sapendo di aver mangiato mais la sera prima?

1) Mah, a volte, istintivamente.Giusto per essere sicuro di non aver sparato a vuoto.
2) Beh, cerco di stare attento all'ambiente , per quanto posso.
3) Credo di risolvere la questione in un paio di minuti, non di più.
4) certo, premo lo scarico appena prima di emettere, così il rumore è un po' camuffato
5) No...cosa dovrei mangiare per farla viola? Petali di viola?
6) Dovrei pensarci
7) Di sicuro più che del tartufo
8) Eh si, brutta sensazione.E' per questo che nei bagni pubblici bisogna sempre scaricare prima.
9)Mah, la mattina dopo aver fatto colazione e preso il latte con i biscotti.
10)Eheheh si, ogni tanto si.


Distribuisci il premio ad altri cinque blogger che lo meritano:

Oh, mammamia dieci sono tanti, non saprei proprio chi mettere, e poi per me i lettori sono tutti piezzi di core, non vorrei che gli esclusi si offendessero!
Vabe, dai, metto i piu' affezionati!

cervelluzzo bacato

Kermit

Silvietta

Vanessa

love is

nosense

Erika

Cristina

PattiPeppa

Ade




Ho editando arrivando a dieci...spero che non si offendano gli esclusi
(ma anche gli inclusi ;P )









sabato 19 ottobre 2013

Il vangelo secondo Gegge : Gli operai della vigna

In questo periodo, come i lettori più affezionati sapranno, son diventato , volente o nolente , un assiduo frequentatore della Chiesa.
Il sabato ho il corso di cresima, con la catechista che spiega proprio l' abc , roba che uno magari vorrebbe una discussione teologica un po' piu' approfondita, che almeno non ti addormenti.
E tutti con i menti abbassati, a contrastare il sonno.

La domenica c'è la messa, andiamo in una chiesa vip di Milano in cui il prete che fa il predicozzo è un teologo come si deve, che fa' riflessioni profonde , interessanti.
Ma , a parte l'omelia, il resto mi provoca un sonno tremendo. E poi c'è quel fatto che devi alzarti, sederti, alzarti, risederti, inginocchiarti.
Se avessi voluto fare tutta questa attività fisica sarei andato in palestra.

E il lunedì il corso matrimoniale, che devo dire non è male. Alla fine si fa pure amicizia, con altri poveri tizi che hanno la tua stessa condanna. E tutte le tipe a sfoggiare il loro anelluzzo, che io al Cagnaccio non l'ho ancora fatto. Va beh, con calma , eh.

Comunque, il succo è che tutta sta rilettura e lettura di testi sacri non puo' non portarmi a riflettere e criticare alcuni passi , che trovo quantomeno discutibili.
Oggi inizio con

LA PARABOLA DEGLI OPERAI DELLA VIGNA

Non sò quanti di voi la conoscano, non è molto famosa , infatti sembra sia un po' invidiosa del Figliol Prodigo, ma vabbe non siamo qui a giudicare.
La trama è piu' o meno questa:

La mattina presto degli operai si fanno trovare in un punto della città in cui i vari capitalisti dell'epoca andavano a cercare forza lavoro da assumere con un contratto a tempo determinato della durata di un giorno , forse piu' assimilabile ad un contratto a chiamata . Arriva il tizio capitalista , parla con alcuni operai e gli dice che lui ha una vigna che fa il vino buono, gli serve gente con i piedi puliti che non puzzino per calpestare l'uva , ed in cambio lui gli dà UNA MONETA D'ORO , come salario.
Una retribuzione che a quanto pare gli operai trovano conveniente , proporzionata al loro lavoro.
O almeno decente , insomma decidono di sacrificare la loro giornata attuando questa prestazione lavorativa , ritenendo adeguato il corrispettivo.
O forse avevano semplicemente bisogno di portare il pane a tavola.

Insomma questo li carica, e li porta alla vigna.
Dopo un po' il padrone si va a fare un giro e raccatta altra forza lavoro, che inizia quindi a lavorare a mezzogiorno. resta un mistero se abbiano fatto anche la pausa pranzo, Luca non ce lo dice.
(no, non ricordo quale vangelo riporta questa cosa, scusate ma sono troppo pigro per alzarmi cercarlo e controllare.)
Insomma questi arrivano alla vigna , e iniziano anche loro a lavorare.
Il capitalista a questo punto, che doveva avere un furgoncino molto piccolo, torna verso le 16 a cercare altra gente, e vede delle persone che stavano sedute tristi.
"che ci fate qui?"
"eh, oggi non abbiamo trovato nessuno che ci sfrutti per una paga misera!"
"ho un vigneto! Venite, lo faccio io!"
"Ok, grazie!"


Arriva la fine della giornata, ed è il momento di sganciare gli sghei.

Allora il proprietario della vigna prende e va prima dagli ultimi che sono arrivati.
"Ecco a voi UNA MONETA D'ORO!"

E quelli se ne vanno tutti contenti, chiedendosi se magari il tizio aveva bevuto un po' del prodotto che produce, prima di fare i conti.

Poi tocca a quelli che hanno iniziato dopo mezzogiorno , arrivano e -taaaac- UNA BELLA MONETA D'ORO  anche per loro.
"Grazie commendatò! Quando volete sapete dove trovarci!"

E infine è giunto il momento per quelli del mattino, che si son fatti il mazzo tutto il dì.
Contenti, perchè sapevano fare le proporzioni e si aspettavano un bel surplus rispetto al pattuito.

"UNA BELLA MONETA D'ORO PURE PER VOI! "
"ma...ma come... noi siamo qui da stamattina... e prendiamo lo stesso di chi è arrivato oggi pomeriggio?"
"scusate, ma noi abbiamo pattuito una giornata di lavoro per una moneta d'oro?"
"si, ma...."
"Embè? allora mo' che voi?"
"no, è che... gli altri...."
"arrivederci!"
"non finisce qui! Le faremo una vertenza sindacale!Andremo a Forum!"
"seee , ciao core!"



Insomma, questa storia contiene una morale molto importante.
Solo che lascio a voi l'interpretazione, forza cari lettori.
cosa avete imparato da questa parabola?
cosa vuol dirci?





mercoledì 9 ottobre 2013

Ogni tanto nella vita....

...ti capita di incontrare un mito....

il tuo mito!


Ieri vado da Feltrinelli per prendere un libro, e vedo distrattamente una locandina che pubblicizza un evento con la sua faccia.
Penso "vabbè , l'avrò perso come al solito."
ed invece era per oggi.
Presentava il suo libro, ha  fatto una chiacchierata di circa un'oretta, poi è iniziata la fila per l'autografo.
non avete idea di quanto io ci tenessi.
Nel frattempo, visto che avevo carta e penna, mentre ero in fila inizio a scrivergli una specie di lettera, per ringraziarlo. Arrivo lì, dopo i saluti ecc un po' timidamente glielo porgo.
Ripeto come uno scemo "se ti va , quando hai tempo..."
Lui mi dice di si, la poggia accanto al tavolo, accanto ad un altro paio di buste o roba del genere.
Speravo la mettesse in tasca.

Mi piace pensare che piu' tardi, magari in macchina , se la legga.
Ah, scherzosamente - ma non troppo -tra le cacchiate che ho scritto l'ho pure invitato al matrimonio.
eheheh
Mi prenderà per scemo

Vabè.
Vabè.



wow

lunedì 7 ottobre 2013

Ecco cosa succede in un corso prematrimoniale

Il lunedì io ed il Cagnaccio ne stiamo seguendo uno.
"Aaaaah ma ti sposi? Auguri!!!"
oppure
"Noooo , ma ti sposi? Ma sei sicuro, ma chi te lo fa' fare?"

Queste, suppongo, saranno un po' le vostre reazioni alla notizia, nel caso in cui invece la cosa non vi lasci del tutto indifferente, sinceramente vi capirei pure.
Comunque il lunedì, se ci pensate bene, non c'è nulla di bello in tv ,la champions c'è nei giorni successivi ed il campionato è appena andato, di solito piove e le pizzerie decenti sono chiuse.
 Non c'è nulla di meglio, abbiamo pensato, che chiudersi in una stanza con altre 30 persone e riscaldarsi a vicenda, che  il Comune di Milano non si è ancora deciso a dare il permesso di accendere i riscaldamenti.

Ero comunque un po' titubante, insomma si tratta di un gran passo, di quelli che sei quasi sul bordo del burrone ed allora lo fai e ti ritrovi come Will il coyote, non sò se avete presente.
Tra l'altro ne avevo una paura tremenda, fondamentalmente perchè me lo immaginavo stile riunione degli alcolisti anonimi, che tutte le coppie dovevano presentarsi e spiegare agli altri perchè volevano sposarsi.
Ed io mi vergogno sempre, quando c'è da presentarsi ad un gruppo di persone, che viene il mio turno e comincio a farmi leggermente rosso già da quando parla quello prima.

Qualcosa tipo:
"Ciao, mi chiamo Gegge.
Sto insieme al Cagnaccio da qualche anno, se non la sposo mi ammazza."
Robba così, insomma.

Ed invece il parroco, da buon egocentrico , parla sempre e solo lui.
Niente, non ti chiede nemmeno un parere, non ti fa' una domanda, nemmeno retorica.
Ti lancia degli spunti di riflessione , ogni tanto quando vede che tutti si abbioccano fa' qualche battuta per farti tenere su il mento. Comunque basta non mangiare pesante prima.

Quello che posso dire è che tutto sommato si respira una bella atmosfera , i consigli che vengon dati non sono poi così male e si sta bene, non fa freddo.


E poi ci sono le altre coppie.
dovete sapere che mi son accorto, da fine osservatore quale sono, che ogni coppia guarda le altre coppie.
E' tutto un osservarsi. I maschi si guardano tra di loro, pensando qualcosa tipo "ecco altri poveracci come me" , oppure "mmm non è male quella , peccato che è gia' occupata."
Le femmine si guardano tra loro , pensando qualcosa tipo "ma a questa non interessa fare la prova vestito?" o anche "chissà questi tra quanti mesi si sposano?"

Poi si guarda la coppia in sè , l'assemblamento , diciamo.
"quella è troppo alta per lui" , " Quello mi sa che sta pieno di corna e non lo sa " , " questi due sembrano fatti l'uno per l'altra. Qualcun altra."
Insomma, si ciarla.


Comunque nel complesso vi posso dire  che l'esperienza non è male, si parla un po' di teologia - o almeno credo - ci sono ogni tanto degli spunti di riflessione interessanti , che poi magari diventano materia di approfondimento successivamente, in una chiacchierata di coppia.








venerdì 4 ottobre 2013

Un vecchio racconto su di una vecchia storia

Oggi ho dovuto scavare in tutti i cassetti e le scatole presenti nella mia vecchia camera , per trovare alcuni libri da iniziare a portare con me su, a casa nuova. Tra le varie cose che appaiono magicamente in questi casi, nascosto tra centinaia di fumetti impolverati e qualche tessera di non ricordo nemmeno più cosa, c'era un quaderno a righe. Di quelli piccoli , che si compravano una volta quando si aveva voglia di scrivere e non era poi così diffusa l'abitudine di farlo con word, oppure in casa si aveva un solo computer e non si voleva lasciare un file così alla merce delle sorelle, che ci avrebbero sguazzato in certe letture .
Trattasi di alcune pagine in cui c'era una piccola parte di un racconto senza tante pretese, scritto intorno ai 19 anni , dopo aver vissuto un'esperienza comune quasi a tutti : Essere stato lasciato.
Cos'è quel sorrisino che mi sembra di veder apparire sul vostro viso?
Scagli la prima penna chi non ha mai scritto certe stupidate.
Soprattutto in un momento in cui non sai se sei innamorato di lei,dei suoi occhi verdi, dell'amore o della sua quinta.
O almeno, a rileggerle ora sembrano tali. Oltre che scritte dimmerda.
Non sò se butterò sto quaderno, probabilmente lo lascerò in mezzo a tutto il casino presente nei cassetti, almeno fino a quando verremo qui con la macchina e caricheremo sù tutto quello che ho letto nei miei primi 25 anni di vita e lo riporremo negli scaffali ancora semivuoti della nuova casa.

Voglio farvelo leggere , questo brano del racconto.
In fondo , nel mio piccolo (piccolissimo) ora voi siete i miei lettori. Certo , un po' (un bel po') di meno rispetto a quelli che potevano essere sogni adolescenziali, però va benissimo così.
Non aspettatevi nulla di che, è una specie di coso di Moccia con elementi un po' horror, ma niente di particolarmente originale.



Salii le scale verso la sala superiore.
Niente di speciale , era una stanza come le altre , però con al centro un tavolo da biliardo.Un paio di panche adiacenti alle pareti, e nulla più.
Anzi, qualcosa si: C'era un silenzio di quelli che fanno paura.
Facendo anche solo qualche passo indietro, dalle scale arrivava il vocìo proveniente dal piano di sotto, in cui gli amici discutevano per un turno non rispettato (a chissà quale gioco ndr)
Invece qui era tutto fermo, immobile. (stavo cercando il bagno?Perchè ero finito lì?)
Non riuscii a resistere alla tentazione di rimanere qualche minuto lì. Accarezzai il tavolo verde e mi appoggiai ad esso. Iniziai e pensare a tutte le persone che dovevano averci giocato , a quelle che avevano assistito alle sfide stando seduti sulle panche. Non sò dirvi per quale motivo, ma ero convinto che la somma di entrambi gli addendi fosse zero.
Quella sala sembrava vuota da sempre.
Sembrava che quel posto fosse stato costruito apposta per ospitarmi in questo momento, e che una volta che ne fosse uscito sarebbe arrivata una squadra di operai a smontare tutto.
La vista di un mozzicone a terra smentì clamorosamente questo assurdo pensiero.
Ad un tratto mi sentii osservato. Sentivo distintamente il respiro di un'altra persona.
Credevo che fosse uno dei miei amici che fosse venuto ad accertassi che non fossi caduto nella tazza, ma invece mi sbagliavo. Era Lei.
Stava salendo le scale.
Come ogni volta che il mondo ci lasciava un po' in pace e riuscivamo a rimanere da soli, mi sentivo sconquassato. Non sapevo nemmeno se essere felice , incazzato, malinconico o sereno.
Lei intanto non parlava. Si diresse verso la parete dove erano riposte in verticale le aste e , dopo averle osservate un po' , ne prese una , avvicinandosi a me continuando a non rompere il silenzio del luogo. La impugnò , puntandola verso la mia tempia , come un battitore di una squadra di baseball che aspetta solo che parta il lancio , e la caricò come se dovesse prepararsi ad un fuoricampo.
Fece prendere una rincorsa decisa a quella che sembrava essere diventata un'arma e la diresse decisa verso la nuca di quell'essere con lo sguardo da ebete che la stava fissando.
La fermò giusto un paio di centimetri prima di procurarmi una commozione celebrale , mentre i miei occhi restavano fissi sul verde. No, non quello del tavolo.
Finalmente le sorrisi. Lei replicò.
"Che ci fai qui, tutto solo?E .. sempre con quell'aria triste. Ma a che pensi?"
Conosceva benissimo la risposta , ma pose lo stesso la domanda.
Non risposi. Non sapevo cosa dire. Qualunque sequenza di parole avessi accostato per creare una frase sarebbe stato sbagliato, ridicolo, inopportuno.
Lei abbassò un po' lo sguardo, e si limitò ad un
"Già...già.
facciamo una partita, ti va?"

"una partita...io non è che sò giocare molto bene...non sò nemmeno le regole..."
Avevo sempre preferito i videogiochi , o al massimo i flipper.
"Ma che regole vuoi che ci siano? devi solo mettere più palle in buca di me.
Anzi, facciamo così, va. Nuova regola: Ogni volta che uno di noi mette una palla in buca ha il diritto di rinfacciare una cosa all'altro. Che dici?"

Non avevo capito bene e non ero sicuro di voler accettare. Ma per troppo tempo non avevo avuto la possibilità di parlarne, di dirle qualunque cosa. Era sparita. Improvvisamente avevo la possibilità di liberarmi di qualcosa, perchè non approfittarne?
Ero completamente negato per il biliardo , ma in fondo si trattava di giocare contro una donna.
O contro il ricordo di essa.
Non poteva essere così difficile.

Naturalmente fu lei a spaccare il triangolo di palle, posto al centro del tavolo verde.. Un colpo forte, dato probabilmente senza cognizione, che però ottenne l'effetto di far schizzare le palle in tutte le direzioni. Era inevitabile che almeno una di esse entrasse,ed infattì toccò alla 12. Rigata.
Quindi Dovevo buttare quelle che erano a tinta unita. Scusate la terminologia non proprio ortodossa, ma gli unici tavoli con cui ho familiarità son quelli di cucine e pizzerie.
Andai anche io a prendere un'asta , scegliendone una a caso. Non credo cambi tanto, mica son mazze da golf. Mancava solo la polverina blu, quella che si strofina sulla punta , ma vabbè.

"aspetta, hai già dimenticato le regole?"
mi fece notare , fermandomi prima che prendessi la mira.

"A parte il fatto che tocca ancora a me, ma non dovresti aspettare che io ti dica qualcosina?"

Le proposi di far valere la regola nuova solo dal secondo tiro in poi. Del resto non era scritto da nessuna parte che avrebbe dovuto iniziare lei la partita.

"Ok, ok, tanto ora ne metto dentro un'altra."

C'era una palla , a strisce bianche e gialle, che sarebbe potuta entrare facilmente in una delle buche centrali. Era proprio tra essa e la pallina bianca. Un colpo relativamente semplice.
Lei mi guardò un po' minacciosa, prese la mira e colpì.
La palla , ovviamente entrò. Sperai che avesse colpito troppo forte e che la bianca la seguisse a fondo.
Per quel che ne so , così il tiro si annulla o non vale.
Ed invece la bianca rimase in equilibrio, pochi millimetri prima di scendere.

Staccai gli occhi dal tavolo, pronto a ricevere il primo affondo.






Ci sarebbero altre due pagine, ma la finisco qui, prima che i dialoghi diventino ancora più stucchevoli o patetici. In fondo potete immaginare tranquillamente come finirà la partita.
Le altre perle della mia produzione letteraria, destinata piu' che altro agli amici piu' stretti, non son riuscito a trovarle. Erano due o tre racconti brevi, in cui piu' o meno si parlava sempre di fantasmi della mente o roba del genere.
Per fortuna che allora non avevo gia' un blog , altrimenti chissà cosa diavolo avrei potuto scriverci
:)

mercoledì 2 ottobre 2013

La demenza Senile

Ogni volta che scendo giù a Napoli cerco di trovare un'oretta libera per andare a trovare una mia vecchia zia. La zia di mio padre, per precisione , quindi Prozia.
Ovviamente non è proprio una giovincella , però nonostante tutti gli acciacchi e i malanni logica conseguenza del passare degli anni , è sempre stata abbastanza lucida.
La zia , che abita in uno di quei vecchi palazzi a due piani che hanno il corridoio interno , in cui la gente quando fa' un po' di caldo si mette fuori a prendere aria fresca. Dove tutti si conoscono come se fossero una famiglia , sanno quindi i fatti di tutti e costituiscono una piccola comunità.
La cosa sarà senza dubbio un po' invadente , ma forse sotto sotto la preferisco al mio condominio milanese, in cui non si va oltre un cordiale saluto con i vicini nell'incontrarsi in ascensore (se si è proprio costretti, altrimenti uno se la fa' a piedi per non dover condividere il forzoso silenzio. E' pur vero che è pericoloso farci amicizia, metti che poi son cagacassi non te li togli piu' dalle palle)

Anche stavolta arrivo sotto casa sua, a piedi , e mi accorgo che il portone è chiuso e non c'è il citofono. Ovviamente lei non ha un cellulare, ed il numero fisso in questo momento proprio non mi sovviene. Ma non è a questa cosa che è riferito il titolo del post.
Magari.

Arriva un ragazzo, apre il cancello , lo ringrazio e mi infilo. Percorriamo la stessa scala , probabilmente lui mi guarda già con un po' di curiosità.
E' normale, sono un estraneo, una faccia nuova. E' il minimo.
Caso vuole che salga allo stesso piano della zia.
Lei è sul pianerottolo, vicino alla ringhiera. Seduta su di una sedia piccola , di quelle di legno , che sembra avere quasi più anni di lei.
La vedo che mi osserva, a distanza di circa 5 metri. Saluto il signore anziano che era seduto fuori all'appartamento vicino alle scale, che mi guarda anche egli con un po' di circospezione , e mi avvicino sorridendo alla mia parente. Lei mi fissa.
Per scherzo (amo fare stupidi giochetti) guardandola continuo a camminare pochi passi oltre, mentre lei mi saluta con un cenno del capo, come si saluta uno che trovi nel tuo pianerottolo e pensi "chi è?".
Mi fermo , le dico:
"Ciao!"
Lei mi guarda, silenziosa. Non capisco se sta cercando di ricordare chi sono o se stà scherzando anche lei. Nel frattempo percepisco su di me gli sguardi degli altri abitanti del pianerottolo.
"ZIA!CIAO!"
Ripeto il saluto, accentuando anche il mio rapporto di parentela, più per renderne edotti i testimoni che per speranza che lei ricordi.
Resto un attimo frastornato. L'ultima volta che ero andato a trovarla, prima dell'estate, non era così.
Era lucida. Come puo' esserlo una donna molto anziana, ma di certo sapeva chi ero.

SOno impreparato a tutto ciò. Non sapevo di questa cosa. Nemmeno i miei me ne avevano parlato.
Resto ancora un attimo in silenzio, mentre finalmente le chiedo:
"Oh, sò Gè! Ma non ti ricordi di me?"
Lei mi fissa, scuote un po' lo sguardo pensieroso, e mi dice un secco:
"No...."
con tono dispiaciuto. Forse ha paura che mi sia offeso, o forse è solo una specie di "mi dispiace, ogni tanto mi capita di non ricordarmi le cose, sono anziana."
Nel frattempo si avvicina la sua vicina, che mi riconosce, avendomi visto in altre precedenti visite.
Mi spiega che è normale, che ogni tanto , con qualcuno , capita.
Altri giorni invece ricorda tutto senza problemi.
In effetti sembra ricordi tutta la famiglia, tranne me.
La interrogo sull'albero genealogico , ma sembra che io sia l'unico sconosciuto.
Gli altri tutti presenti.

Ok, una cosa è vederlo in tv , magari anche in uno sketch comico (come si scrive sketch?boh)
e una cosa è viverlo. Come se avessero rubato la parte di me che viveva in lei.
Le dico il nome di mio padre.
Quello se lo ricorda. Si ricorda quindi della sorella, dei nipoti. Persino delle mie sorelle.
Ma di me no.
Vabbè.
Dopo un po' entriamo dentro, che stiamo più comodi.
Mi accoglie con gentilezza, come sempre, ma stavolta io sono un estraneo che entra in casa sua.
Lei ovviamente si fida, mi vengono i brividi pensando a tutti gli anziani che si fidano, senza avere nemmeno il controllo dei vicini o parenti su chi viene a far visita.

Le fisso le braccia, le rughe sul viso, resto colpito da quanto sia invecchiata in questi 3\4 mesi che non la vedevo. Mi racconta le solite cose, i discorsi che mi fa' sempre da anni. Dei vari lutti che hanno colpito la sua famiglia, del fatto di aver perso piano piano tutti i fratelli.
A volte sopravvivere agli altri non è certo facile.
Mi racconta del fatto che spesso la vengono a trovare , gli amici , i parenti. Mi fa' l'elenco di tutti quelli che passano regolarmente.
Non la lasciano sola, si occupano delle sue necessità, a volte provano pure ad invitarla a pranzo fuori
a casa di qualcuno, ma è praticamente impossibile smoverla da casa sua.
Non vuole uscire, se non per andare al cimitero a trovare i parenti defunti.

La zia non si è mai sposata, forse non ha mai conosciuto qualcuno degno di starle accanto, sinceramente non ho mai voluto chiederglielo per delicatezza. Non ha figli, ma tanti nipoti, che la vanno spesso a trovare.
Mi fa':
"Lo sai quanti anni ho io?"
Non si dice l'età di una signora. In ogni caso abbasso un po' la quota, non fosse altro per galanteria.
"Che ne so... 75?"
"eeeeh...90!"
"azz non si direbbe!"
"eeeh vabbè!"
"Senti, ma mo' ti ricordi di me, allora?"
"no...."

Un abbraccio zia, spero di avere la possibilità di poter riscendere presto e risalutarti, non importa se nemmeno quel giorno ti ricorderai di me.














martedì 1 ottobre 2013

Cambio università ...

Domani cambio università.
Mi trasferisco da Napoli a Milano.
Dopo tutti i cambiamenti a cui ho dato luogo in quest'anno, una cosa del genere finisce addirittura per essere di minore importanza. Eppure io questi ultimi 5 esami li devo fare, e non ci riuscirò mai se resto ancora iscritto giù. Non che trasferirmi sia garanzia di successo , però almeno rappresenta un nuovo inizio.
Nuovi professori, nuovi programmi , meno problemi logistici.
Non è possibile che ogni volta che uno vuol andare a provare un esame debba girare l'Italia.
E magari vai lì e scopri che nel frattempo il programma è cambiato, che non ti sei aggiornato e ti becchi pure la cazziata perchè non ti sei mai fatto vedere nemmeno una volta in dipartimento.
Non sò come è l'ambiente qui a Milano, spero sia più rispettoso di quello che lascio.
Vabbè non mi va nemmeno di parlarne male , tanto che mi ha seccato , tra programmi non aggiornati , date spostate a capocchia ecc ecc. Ma ovviamente il problema principale ero io.
Stimo tanto chi lavora e studia, io non son mai riuscito a fare bene le due cose insieme.
Adesso che a lavoro mi son stabilizzato posso ricominciare. Speriamo bene.
Comunque il vero motivo per cui ho scritto questo post è che ho già fatto la prima acchiappanza , e volevo bullarmene con voi.

Una bella ragazza, anche se piccola per me. Avrà avuto sui 20 anni.
Oddio , non è stata proprio una acchiappanza, diciamo che abbiamo scambiato due innocenti chiacchiere, poi io son dovuto andare via.
Ma tant'è.
Il Cagnaccio è avvisata, deve stare attenta ehehehheeh

Anche se a dir la verità mi sentivo un po' fuori luogo, oggi che son andato a vedere un po' di cose in segreteria. Tutti giovani giovani, di un giovane che ti chiedi se anche tu sei mai stato così.
Ma si, forse quando avevo 15 anni.
Eppure questi devono essere maggiorenni. Mah.
Secondo me mi avevan preso per un assistente o roba del genere.
Comunque ho concluso che 20\22 anni son troppo piccole per un 30enne.
Opinione personale, eh.
Uno non è che le guarda e pensa "wow"... poi ovvio son gusti.
Pero' possiam concludere dicendo che una donna a 26\30 anni è nel pieno del suo splendore.


dai 31 inizia il tramonto....

(indovinate il Cagnaccio quanti anni ha?)
:P